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Cardo

Pianta comune nei nostri prati, con i suoi fiori viola protetti da formidabili spine, il cardo mariano è ricco di benefici per la salute, in particolare per il fegato...

Panoramica del cardo mariano

Il cardo mariano, il cui nome scientifico è Silybum marianum, è una pianta della famiglia delle Asteraceae che cresce spontaneamente in tutto il bacino del Mediterraneo, nell'Europa meridionale, ma anche nell'Asia occidentale e nell'Africa settentrionale.

È comunemente conosciuto con altri nomi quali: carciofo selvatico, cardo argentato o anche cardo di Notre-Dame...

Il cardo mariano è una pianta biennale robusta, alta più di 1 metro, con grandi foglie verde chiaro bordate da spine molto affilate. All'interno di queste foglie, numerose venature bianche danno l'impressione della presenza di latte (che nella realtà non è così!). I suoi fiori viola sono visibili da maggio ad agosto e producono frutti che assomigliano a semi di girasole.

Una bellissima leggenda circonda la storia del cardo mariano. Marianum deriva infatti dal nome della Vergine Maria che, durante il suo viaggio attraverso la Giudea e l'Egitto per sfuggire al re Erode, nascose Cristo sotto un boschetto di cardi e lì lo allattò...

Composizione e proprietà medicinali del cardo mariano

Il principale ingrediente attivo del cardo mariano è la silimarina. La silimarina è un complesso flavonoide composto da diverse molecole (silibinina, isosilibina, silicristina, isosilicristina, silidianina ecc.) con potenti proprietà epatoprotettive.

La sua azione antiossidante, 10 volte più importante di quella della vitamina E per esempio, agirà eliminando i radicali liberi e stimolando la sintesi proteica nel fegato. Questo aumento delle cellule epatiche sane conferisce al cardo mariano proprietà medicinali molto interessanti:

  • Il cardo mariano rigenera le cellule epatiche danneggiate da alcol, droghe e altre sostanze nocive,
  • Decongestiona il fegato, consentendogli così di svolgere più efficacemente il suo ruolo di filtro,
  • Cardo mariano protegge il fegato da elementi tossici come le sostanze chimiche o il veleno contenuto nel fungo della morte, il famoso fungo velenoso,
  • Aumenta fino al 35% la produzione di glutatione, molecola responsabile della disintossicazione del fegato.

I dati scientifici supportano l'uso tradizionale del cardo mariano

Numerosi studi hanno testato estratti standardizzati contenenti almeno il 70% di silimarina su pazienti affetti da vari disturbi epatici (epatite, cirrosi, alcolismo o avvelenamento dovuto a sostanze chimiche, farmaci o funghi).

Sebbene la maggior parte di questi studi scientifici abbia posto problemi metodologici, una recente sintesi accompagnata da una meta-analisi di questi lavori ha permesso di riconoscere l'efficacia medicinale del cardo mariano (1).

L'uso del cardo mariano in medicina è stato approvato dalla Commissione Europea dal 1989 e dall'OMS dal 2002.

Altri usi del cardo mariano sono meno noti. A volte viene utilizzato per combattere il diabete (2) ma anche per alleviare la depressione (3).

Usi e dosaggio del cardo mariano

Per il fegato si consiglia di assumere il cardo mariano sotto forma di estratti standardizzati al 70-80% circa di silimarina, da 140 a 210 mg, tre volte al giorno.

Per alleviare i problemi digestivi, è possibile consumare anche semi di cardo mariano essiccati, in dosi da 12 a 15 grammi al giorno, suddivisi in più dosi. Il cardo mariano può essere utilizzato anche sotto forma di decotto o tintura, da assumere 30 minuti prima di ogni pasto.

Controindicazioni ed effetti collaterali

Ne esistono pochi, ma il consumo di cardo mariano è comunque sconsigliato alle donne incinte e in allattamento, così come alle persone che soffrono di ostruzione delle vie biliari.

Tuttavia, il cardo mariano può raramente causare reazioni allergiche, nausea o diarrea.

Cardo mariano, alleato di un fegato sano

Con l'uso medicinale riconosciuto dalle autorità sanitarie associato a diverse centinaia di anni di utilizzo, Il cardo mariano è riconosciuto come un potente agente che favorisce la salute del fegato. Grazie a questa pianta medicinale è possibile migliorare le funzioni digestive, metaboliche e disintossicanti del fegato.

La sua azione può essere rafforzata anche dall'associazione con la fumaria, il ravanello nero o addirittura il carciofo.

(1) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2851903/

(2) https://www.hindawi.com/journals/jdr/2016/5147468/abs/

(3) https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0278584609004278?via%3Dihub


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